stregonerie

 Con la condanna

sono appesa

a una croce,

martellati

i chiodi a fondo.

Non sapevi che ogni colpo

serba l’infinito.

Trafitta all’apice

come un foglio

da uno spillo.

Costretta

a una compostezza

innaturale.

 

Nessuna romanticheria

alcun ripensamento

né una parola dolce

oramai

mi tira giù.

Ed io, ancora sperando

in tal miracolo

ne chiederei

una di più.

Ora piangi, sì

ma non come piango io:

crollando il capo in basso

incontro il tuo, così bello

solo rivolto a Dio.

Stregonerie

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