il saltatore


Non arrivi mai in fondo e ti butti dal treno in corsa
non sai mai quando la fine dove la fine
come saresti vestito che faccia faresti
quale libertà fiotterebbe sopra il tono di voce come sputo
con quale rigore chiuderesti la valigia
senza scordare nulla senza lasciare mai tracce
per un ritorno.
Tu ti lanci dalla carrozza
e quindi ti afferrano per la camicia
perdi le cose
anche le scarpe
getti scompiglio
alzi un polverone
ti spacchi le ossa.
Sei tutto intorno sparso negli angoli
da nessuna parte a colpo d’occhio.
E il fischio di quel treno
da imperioso si fa feroce
nelle tue orecchie ferite
l’eco di un continuo rimprovero.
Fra quelle rotaie e i nervi del collo
non è mai silenzio.
Il saltatore

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